Ma dopotutto, di chi è la città?, il nuovo rapporto di We are here Venice, è stato nel Corriere del Veneto.
Acqua alta del 12 Novembre e Covid-19. C’è chi dice che il turismo internazionale non recupererà prima del 2023. Un disastro – per alcuni. Per molti altri, invece, inclusa l’organizzazione We are here Venice, è da considerarsi un’opportunità per ripensare la città. Il titolo del loro rapporto pubblicato recentemente, Whose City Is It Anyway?, in italiano Di chi è, comunque, la città?, pone una domanda che si risponde da sola: Venezia appartiene ai veneziani, ai lavoratori e agli studenti – e non ai turisti. Questa è la ragione per cui, secondo l’organizzazione, non è possibile ritornare al precedente e ‘insostenibile status quo’. La proposta segue nove punti legati alle tre aree che hanno bisogno di essere indirizzate per porre fine al doppio problema della ‘monocultura’ turistica e dello spopolamento, ossia alloggi, occupazione e servizi. Nel particolare, WahV ha proposto normative analoghe a quelle già in vigore in città come Berlino e Barcellona, dove ci sono limiti e disincentivi sugli affitti brevi, che di solito si rivolgono ai turisti. Ma la relazione propone anche di reintrodurre sussidi che incoraggino le persone ad acquistare immobili nel centro storico. Dobbiamo guardare alle istituzioni locali, come le università (‘le ultime grandi istituzioni non legate al turismo’) per attrarre professionisti e studenti e fornire alloggi alla loro portata.