L’incendio del deposito di rifiuti destinati allo smistamento Euro-ricicli – VERITAS di Marghera/Fusina accaduto pochi giorni fa, solleva diverse questioni che non riguardano solamente la gestione del caso particolare, ma coinvolge il mondo della comunicazione e dell’autorevolezza delle Istituzioni. In una società caratterizzata dalla molteplicità dei punti di diffusione delle notizie (ma non delle fonti), dalla velocità della diffusione delle “news”, amplificata dalla loro condivisione da parte degli utenti dei “social media”, la credibilità delle informazioni è un problema fondamentale.
Nel nostro caso particolare, a un comunicato attribuito al sistema Simage diffuso durante il verificarsi dell’evento da una non ben definita organizzazione con una denominazione apparentemente ufficiale, hanno fatto riscontro successivi bollettini emessi dall’Arpav, con i campionamenti canister per rilevare microinquinanti organici.
I primi rilevamenti sono stati effettuati alle 11:50, circa due ore dopo che la nube di fumo di era levata su Porto Marghera, mentre l’ultimo campione con canister risale alle 18:25, con il picco dei valori di sostanze inquinanti nell’aria alle 14:30.
Possiamo ipotizzare che il ritardo tra le due comunicazioni sia dovuto alla non pericolosità dei fumi dovuti all’incendio e alla conseguente non necessità di allarmare in via precauzionale la popolazione? Possiamo anche supporre che il ritardo sia dovuto all’elaborazione dei dati raccolti e al tempo per ottenerne l’esito?
In questo caso non sarebbe stato comunque più opportuno adottare il principio della precauzione e, con la massima trasparenza, informare la cittadinanza, mettendola al corrente dei processi in corso – consigliando per quanto possibile di minimizzare l’esposizione all’aria aperta (ad esempio facendo giocare in casa i bambini per un giorno, tenendo chiuse le finestre)?