VENEZIA NON AFFONDA PER CASO: è questo il titolo del briefing pubblicato da Greenpeace Italia sul ruolo dell’emergenza clima per il destino di Venezia e sulle responsabilità delle grandi aziende petrolifere nonché la complicità dei politici.
Mettendo in luce alcuni dati salienti da fonti autorevoli quale il report scritto congiuntamente da UNESCO/ICOMOS/RAMSAR “Venice and its Lagoon” 2020 e il Risk Assessment (2021) del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), Greenpeace sottolinea la necessità di ascoltare gli allarmi lanciati negli ultimi anni dagli scienziati e di agire ora. Il fenomeno infatti si osserva ormai da decenni, sia sul patrimonio culturale e artistico della città storica e il patrimonio naturale della laguna, il cui valore e importanza nell’ambito della mitigazione climatica sono spesso trascurati. Le barene – ambiente lagunare per eccellenza – apportano fondamentali contributi al benessere umano e non-umano. L’equilibrio morfologico e ecologico della laguna è ora messo a dura prova con la chiusura delle barriere del MOSE che, se nel futuro sarà azionato sempre più spesso, rischia di avere un impatto negativo sull’ecosistema lagunare e in particolare sulle barene già nel breve-medio termine, secondo uno studio dell’Università di Padova. Di questo e molto altro abbiamo discusso con il Capitano Hettie Geenen e la crew della Rainbow Warrior insieme a Federico Spadini, Climate Campaigner di Greenpeace Italia durante un’escursione della Laguna Nord di Venezia.
A bordo della nave Rainbow Warrior, Jane da Mosto insieme all’Avv. Matteo Ceruti, esperto di diritto ambientale, Michela Piccoli, voce delle Mamme NO PFAS, Vanni Destro dei comitati a difesa dell’ambiente del Polesine e Alberto Peruffo, attivista ambientale e sociale in Veneto, hanno discusso di giustizia climatica (link alla diretta). Conoscere il territorio, richiedere trasparenza nei processi decisionali e perseguire un approccio critico sono i principi che guidano le lotte ambientali. Così, il report di Greenpeace ci ricorda l’inestimabile valore della laguna e del suo contributo naturale al benessere e alla sopravvivenza della comunità locale come del resto del mondo.
Considerata l’ago della bilancia nel valutare gli sforzi umani per l’emergenza climatica, Venezia non affonda a caso.