Fabio Moretti risponde all’editoriale su Corriere del Veneto ‘Solo la Cina può salvare Venezia’ di Paolo Costa con una lettera pubblicato nel giornale il 17 gennaio 2018: ‘I Veneziani e non i Cinesi devono e possono salvare Venezia’
La trascrizione della lettera
Caro direttore,
Ho letto con vivo interesse l’articolo del prof. Costa di giovedi’ scorso titolato “solo la Cina puo’ salvare Venezia”.
L’analisi svolta è in larga misura condivisibile. Lo spopolamento della città di Venezia (ma, attenzione, non si tratta di un centro storico: Venezia è una città vera) è una catastrofe che tutti i veneziani stanno constatando con angoscia giorno dopo giorno. Una catastrofe ampiamente annunciata e prevista da decenni, peggiore dell’ alluvione del 66, perchè irreversibile e protratta nel tempo.
Tuttavia ciò che non ho compreso leggendo l’articolo è perchè mai i “cinesi” dovrebbero essere coloro che tale catastrofe potrebbero scongiurare. Frequento per motivi professionali quella parte del mondo dal 1984 e non sono certo sensibile alla retorica del “pericolo giallo”, ma proprio non ho compreso. Mi sembra che sia come suggerire di curare la polmonite…ingessando una gamba.
Vivendo a Venezia noto invece con sollievo l’ insorgere spontaneo di numerosi movimenti ed associazioni di Veneziani, animati dalla volontà di riscatto della città, e dal desiderio di promuovere la residenzialità tentando di opporsi alla monocultura turistica che è una delle cause principali dello spopolamento. Tali iniziative, che dovrebbero essere incoraggiate e favorite dal comune, sono il segnale che ancora non tutto è perduto e che non si è estinta la linfa vitale di Venezia.
E’ necessario che la città lagunare, quella che il resto del mondo pensa coincida con l’intero comune, si dia essa stessa, e non i cinesi, una propria amministrazione, la quale abbia come priorità assoluta lo studio e la realizzazione di un progetto solido e realizzabile a medio e lungo termine di ripopolamento e disciplina del fenomeno turistico. Tale progetto dovrebbe essere il frutto del lavoro delle migliori intelligenze disponibili a livello internazionale ma coinvolgendo naturalmente la cittadinanza.
Penso anche che sia necessario il pensiero e l’azione di persone nuove, giovani e libere da conflitti d’interesse, e non mi sembra che chi ha amministrato in passato la città, o chi la sta amministrando oggi, abbia veramente affrontato, o voluto affrontare, nè tantomeno risolto, la catastrofe dello spopolamento.
La ringrazio per l’ospitalità.
Avv. Fabio Moretti.
L’editoriale originale di Paolo Costa: