WahV ha rilasciato un commento a The Telegraph, che si è rivolto a noi in merito alla reazione di Venezia a Covid-19. Citazioni complete qui sotto.
Ci rattrista il fatto che Venezia appaia sempre più spesso sui giornali a causa dei suoi problemi, come l’eccesso di turismo. La città ei suoi dintorni sono di una bellezza unica, culturalmente ricchi, e affascinanti anche dal punto di vista della fauna e della vegetazione. Nell’arco di un paio di generazioni la popolazione residente si è circa dimezzata. Quando mi vengono chieste informazioni sull’”equilibrio” tra residenti e turisti, la prima cosa che vorrei dire è che è un peccato che più persone non vivano qui a tempo pieno, godendosi Venezia, piuttosto che esperire questo luogo per poche ore o giorni come il turismo comanda. C’è il potenziale affinché altre decine di migliaia di persone possano vivere a Venezia, e con questo intendo sia la città storica che le altre isole: Murano, Burano, Torcello, Lido e Pellestrina. Molte case sono state convertite in strutture ricettive, ma ci sono anche molti edifici vuoti e abbandonati.
La seconda cosa, a proposito dell’“equilibrio”, riguarda la distinzione tra turisti e ospiti. Quando sento la parola “turisti” mi vengono in mente i viaggi low cost e l’idea di raggiungere luoghi diversi tanto per guadagnarci qualcosa, come spuntare una casella in un elenco di posti da vedere prima di morire (o prima che scompaiano, pensiero che circonda l’immaginario che si ha di Venezia). Essere un ospite è diverso. Quando vado a casa di un’amica, bevo il tè nel modo in cui lo serve e imparo a conoscere la sua casa, chiedo delle foto o anche il nome del suo gatto. Affinché Venezia possa trattare come ospiti le persone che arrivano, cioè offrendo esperienze genuine e di qualità, è stato dimostrato che il numero di visitatori non può superare quello dei residenti.
Foto di Annie Drew.