Le due principali testate giornalistiche britanniche, The Times e The Daily Telegraph, hanno contattato We are here Venice per un commento sugli eventi del 9 dicembre 2020 in seguito al fallimento dell’attivazione del Mose: le diverse autorità responsabili della protezione della città non hanno fatto entrare in funzione il nuovo sistema di barriere, il quale dovrebbe difendere la città e i suoi abitanti dal fenomeno dell’acqua alta. Buona parte della città è stata così invasa dall’acqua, riportando alla mente i terribili ricordi dell’alluvione dello scorso anno.
Jane da Mosto, direttore dell’associazione We are here Venice che si batte per la conservazione di Venezia come città viva, ritiene che la responsabilità non sia dei metereologi ma dei managers: “Se ancora non hanno compreso l’incertezza delle previsioni del tempo accusando chi può aver sbagliato per 5 cm, siamo allora sicuri che siano all’altezza di gestire il Mose?” e aggiunge “Si sapeva che stavamo andando incontro a condizioni metereologiche avverse, non potevano avere lo staff in stand-by pronto ad intervenire?”
“Alzare le barriere costa un enorme quantità di denaro e prevede inoltre di chiudere la laguna alle navi” commenta Jane da Mosto “Non so se il fallimento di mettere in funzione il Mose sia dovuto ad una questione di costi o alla mancanza di chiarezza su chi deve prendere questa decisione. La scelta deve però per forza coinvolgere Venezia.”
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