Con il Referendum del 18 giugno si intende arrestare il fenomeno devastante delle grandi navi all’interno della Laguna di Venezia, e dare un segnale forte della volontà di cambiamento a livello nazionale, a difesa di tutte le città di porto interessate/minacciate dal fenomeno crocieristico.
Nonostante le compagnie di crociera cerchino di migliorare la propria immagine a livello di sostenibilità ambientale con ingenti investimenti di marketing, continuano in realtà a emettere polveri sottili e altre inquinanti ad altissimi livelli.
A Venezia nel 2016 sono stati violati tutti i limiti e valori obiettivo per gli inquinanti atmosferici previsti dalla legge a tutela della salute umana, cosa estremamente grave anche per la vicinanza del passaggio delle navi al centro della città, e di ormeggio, che, nel caso della stazione Marittima ad esempio, prevede la sosta prolungata delle navi a pochi metri dalle case di Santa Marta e dalle varie attività cittadine nella zona circostante.
Malgrado l’urgente necessità di allontanare il prima possibile le grandi navi dalla laguna, alcuni Ministri, il Sindaco del Comune di Venezia, il nuovo Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia e la potentissima lobby delle navi da crociera continuano a proporre insostenibili progetti di scavo per creare vie alternative alle navi, sempre all’interno della laguna, che metterebbero a rischio l’ecosistema lagunare, movimentando ingenti quantità di fanghi tossici e causando ulteriore erosione e cambiamenti nella circolazione lagunare. Tutto questo quando si dovrebbe invece pensare e implementare progetti per il riassesto della Laguna, già sofferente in termini di segni vitali e processi ecologici.
Il 18 giugno la cittadinanza è quindi chiamata a rispondere al semplice quesito:
“Vuoi che le grandi navi da crociera restino fuori dalla laguna di Venezia e che non vengano effettuati nuovi scavi all’interno della laguna stessa?”
La risposta necessaria per riaffermare l’importanza della nostra salute e quella della nostra città, per arrestare rischiosi progetti di scavo all’interno della laguna, è certamente SI.
Il referendum è anche un’opportunità di ricordare che i cambiamenti climatici si combattono localmente difendendo il territorio sul quale viviamo e impedendo ulteriori inutili ed assurde devastazioni.
—
I risultati del referendum popolare del 18 giugno vedono la quasi unanimità dei quasi 18.000 votanti (98%) esprimere la volontà di fare uscire le grandi navi dalla laguna.
—
> Clicca qui per scaricare il comunicato stampa completo