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Cosa abbiamo fatto?
We are here Venice ha inviato più di 50 lettere ai curatori di Padiglioni nazionali, di eventi collaterali e esposizioni parallele le cui anteprima stampa coincidono con l’inaugurazione della Biennale Architettura, invitandoli a contribuire a diffondere la parola e a dar prova di sostegno morale al nostro appello per la sopravvivenza di Venezia e l’elaborazione di politiche basate su elementi concreti.
Le reazioni sono state positive e varie. Molti hanno deciso subito di aggiungere gli adesivi della campagna WahV ai loro fascicoli stampa ufficiali, mentre altri curatori si sono offerti di sostenere personalmente la campagna dando gli adesivi direttamente ai giornalisti o agli opinionisti. Alcuni hanno proposto di distribuirli durante eventi pubblici specifici o di metterli sui banconi all’interno delle esposizioni.
La problematica è stata trattata anche in altre sfere istituzionali, per esempio il curatore del Padiglione Danimarca ne ha discusso con il Ministro della cultura e l’ARUP sta pensando di adottare la campagna a livello societario.
La distribuzione degli adesivi continuerà durante la Biennale.
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Perché?
Questa iniziativa racchiude la strategia di WahV di combinare ricerca e azione.
Le diverse reazioni scatenate dall’invio di lettere personali hanno fatto capire come funzionino le istituzioni e come le parole possano diventare azioni o semplicemente mantenere il loro peso in quanto parole. Gli adesivi sono un modo per i rappresentati dei diversi paesi di rendere visibile la loro posizione sulle navi da crociera che danneggiano Venezia, gesto che viene percepito come sostegno morale alla città e a i suoi residenti.
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Qual è il problema?
Le navi da crociera sono diventate visibilmente fuori scala rispetto a Venezia.
La vocazione di Venezia come “città di porto” è messa a dura prova dai limiti fisici ed ecologici della fragile laguna e dell’ambiente urbano, ora che le navi da crociera sono diventate enormi. La cosa è emersa con evidenza quando hanno iniziato ad ormeggiare alla riva Sette Martiri, vicino all’entrata dei Giardini della Biennale.
Jane da Mosto si impegna attivamente contro la grandi navi a Venezia dal 2008. La relazione su Venezia (Venice report, Cambridge University Press, 2009) ha segnalato i pericoli che questo tipo di traffico comporta per il sistema lagunare di Venezia. L’opposizione si intensifica col crescere delle dimensioni delle navi e di fronte alla continua incertezza politica.
Durante tutto questo periodo, quasi tutti i visitatori che Jane da Mosto ha incontrato a Venezia hanno espresso sconcerto e sincera preoccupazione per Venezia, considerato il passaggio apparentemente inarrestabile delle grandi navi da crociera nel cuore della città.
E’ stata presentata e poi respinta, o si è persa nella foschia delle politiche del governo centrale, tutta una serie di progetti mal concepiti che prevedono di dirottare le navi da crociera. Un’analisi comparativa articolata, interdisciplinare e oggettiva delle varie opzioni disponibili non è ancora stata fatta.
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Perché rivolgersi ai curatori internazionali?
Due aspetti sottendono a questa decisione.
In primo luogo, l’esempio virtuoso del Padiglione Corea alla Biennale d’arte 2017 ci ha fatto venire l’idea che altri curatori avrebbero potuto essere ugualmente inclini a ricambiare la bellezza della città che li ospitava dando il loro sostegno alla salvaguardia del suo futuro. In secondo luogo è un appello che vale ovunque – adottare un approccio razionale a problemi complessi, sulla base delle migliori conoscenze scientifiche a disposizione.
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Cosa pensiamo di fare in seguito?
WahV è in grado di coordinare un gruppo di lavoro interdisciplinare di portatori di interesse oggettivo e ben informato per definire in primo luogo lo “stato della conoscenza” nelle rispettive sfere riguardo all’impatto e alle attività delle crociere. In secondo luogo, ogni sfera deve essere guidata nel determinare i “limiti del possibile” per ogni insieme di interessi (modelli di attività crocieristica; servizi e fornitori associati; ecologia lagunare e impatti delle diverse dimensioni/forme/velocità delle navi; turismo e città; distribuzione territoriale dei costi e dei benefici; altre attività economiche oscurate dalle attività crocieristiche, etc).
Con lo svilupparsi degli scenari, emergeranno le opzioni possibili. La priorità viene data alla salvaguardia di Venezia in quanto città viva e le attività legate alla croceristica, come qualsiasi altra cosa, dovranno modellarsi su questi parametri.
Erroneamente si affronta la questione ponendo la domanda sbagliata di cosa fare con le navi da crociera. Noi chiederemo cosa fare di Venezia!
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